Questo film è pieno di provocazioni, anche e soprattutto in chiave cristiana:
C’è una tensione inevitabile che si crea all’interno delle due famiglie dopo la drammatica scoperta che sia Joseph sia Yacine non sono parte della famiglia nella
quale sono cresciuti, ma per un tragico scherzo del destino sono stati scambiati. La tensione si coglie ad esempio con molta evidenza nella riluttanza dei padri e soprattutto nelle reazioni
ribelli del fratello di Yacine che lo tratta come un nemico.
Possiamo vedere quanto le ideologie, le culture possano dividere (e come invece, lo scambio di questi 2 giovani lasci intravedere per il futuro un barlume di unità
pur nella diversità). Mi è inevitabilmente venuto in mente quel brano di vangelo (Lc 12) in cui Gesù dice: “D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due
contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro
madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera”.
A volte bisogna avere il coraggio di lottare e di andare su strade diverse, nel
nostro caso di cristiani noi sappiamo che seguire il vangelo è andare contro corrente e spesso essere in contrasto con chi ci vive accanto. Devo dire qui una parola a favore delle donne, più
concilianti e più aperte a cercare vie di dialogo e di intesa.
E’ molto bello il momento in cui Yacine dice: “Ora che l’ho cominciata questa vita, devo riuscire perché tu sia fiero di me. E per te che vivi la mia vita è lo
stesso: non la sprecare”.
Cristianamente la parafraserei così: si tratta di capire bene qual è la mia vita e viverla bene perché Qualcuno sia fiero di me, un Qualcuno con la Q
maiuscola, che mi ha voluto, che mi ha dato un’identità e dei doni e vuole che io li investa pienamente senza sprecarli. (E qui non possiamo non ripensare alla parabola dei talenti).
Un’altra provocazione mi viene dalle parole di Yacine, che dice: “Sono il mio peggior nemico e devo amarmi lo stesso”.
Sembra banale ma amare noi
stessi, accettarci così come siamo, con le capacità e i difetti che abbiamo, con la nostra storia personale e familiare, non è poi così scontato.
Ma solo se accettiamo e amiamo noi stessi siamo in grado di accettare e amare gli altri così diversi da noi. Non a caso il secondo comandamento dell’amore che Gesù
ci ha dato come legge di vita è “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Infine, vorrei richiamare la domanda che è stata posta sulla locandina che pubblicizzava questo film e che ognuno dovrebbe portare nel cuore come interrogativo al
quale darsi poi una risposta:
DI CHI SONO FIGLIO? CHI SONO VERAMENTE?
Io la tradurrei così: SONO VERAMENTE FIGLIO DI DIO? SONO CONSAPEVOLE DELLA MIA IDENTITA’ DI FIGLIO DI DIO E QUINDI DELLA MIA IDENTITA’ DI CRISTIANO?